Il paesaggio non è solo una “veduta”, è piuttosto una dimensione complessa che spiega la nostra cultura, la nostra politica, il nostro essere comunità , il nostro essere cittadini insomma il nostro essere uomini e donne su questo pianeta. Il Paesaggio non è un optional, né un lusso riservato a pochi raffinati ecologisti è un patrimonio incalcolabile nel quale ciascuno deve fare la propria parte, le istituzioni per prime. A tale proposito la nostra Carta Costituzionale, all’articolo 9, parla chiaro: ”Lo Stato è obbligato alla tutela del “paesaggio e del patrimonio storico e artistico”. In tutta l’Italia, ma anche in altre parti d’Europa, è in corso un grande dibattito intellettuale sul Paesaggio, ci ha colpito la dichiarazione di Luis Fernàndez-Galiano, architetto madrileno, quando dice: “avremo il paesaggio che ci meritiamo, perché il paesaggio è una geografia volontaria”, e concordiamo con quanto sostengono i geografi: “ per tutelare il paesaggio occorre prima sapere di cosa si parla”. In estrema sintesi per affrontare il paesaggio occorre: ”conoscenza e azione”. In questa logica il circolo Gulliver intende non solo analizzare l’emergenza in cui vive il Paesaggio: italiano, padano e infine quello strettamente locale ma anche individuare la strada delle azioni che si possono porre in essere per salvarlo.
Questa rassegna usa il cinema e la fotografia come delle lanterne illuminanti capaci di guidare riflessione e pensiero critico. Siamo convinti che cinema e fotografia possiedano la forza intrinseca per mostrare qualcosa di mai visto prima, stimolando la nostra coscienza. Entrambi inducono lo sguardo ai confini del visibile ma in quello spazio minimo che è lo schermo o il formato fotografico, rivelando ciò che nello svolgimento reale, sempre più assente e distratto, passa inosservato. Con la formula: ”immagini e approfondimento” Gulliver ha progettato quattro eventi speciali ospitando prestigiosi esperti rappresentanti delle svariate discipline del sapere e della società civile e istituzionale: registi, critici cinematografici, fotografi, giornalisti, geografi, agronomi, sindaci, associazioni culturali e istituzioni. Le tre mostre fotografiche: “Dossier sulla via Emilia” di Davide Sorte , “L’argine: maestro di larghe vedute” di Stefano Rami e “Cartoline da Dosolo” di Edgardo Azzi, e le quattro opere filmiche : “Qui finisce l’Italia” di Gilles Coton, “Dal fiume al mare” di Nino Criscenti, “Case Abbandonate” di Alessandro Scillitani e “Il suolo minacciato” di Nicola Dall’Olio, sono state scelte perché sono percorso di studio e di ricerca e persino crudi strumenti di documentazione e di inchiesta sui diversi paesaggi italiani.
Mara Saccani