Sabato 14 e Domenica 15 Gennaio 2012 ore 21.15

MIRACOLO A LE HAVRE

Regia di Aki Kaurismäki

Francia, Germania, Finlandia    2011 – 103’

Con: Jean-Pierre Léaud, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin

 

Marcel Marx, ex scrittore e noto bohémien, si è ritirato in una sorta di esilio volontario nella città portuale di Le Havre, dove pratica l’onorevole ma poco redditizio mestiere del lustrascarpe. Abbandonata ogni velleità letteraria, vive felicemente dividendosi tra il suo bar preferito, il lavoro e la moglie Arletty, quando all’improvviso il destino mette sulla sua strada un piccolo profugo arrivato dall’Africa. Marcel deve affrontare il freddo muro dell’indifferenza umana per lui è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e mostrare i denti.

Notizie sul regista e breve recensione al film

Aki Kaurismäki,nato in Finlandia a Orimattila, 4 aprile 1957, è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico finlandese, noto per i suoi film ambientati negli strati sociali meno fortunati, soprattutto del nord Europa. Aki Kaurismäki ha ambientato il suo ultimo film nella città portuale di Le Havre (letteralmente, ‘il rifugio’), si tratta di una favola solidale e fuori dal tempo su: un maturo sciuscià parigino, un ragazzino immigrato e un personaggio femminile che si chiama Arletty.
Il Circolo Gulliver consiglia la breve video-intervista visibile su:http://video.corriere.it/aki-kaurismaki-mia-favola-surreale-gli-immigrati/

Scrive Lorenzo Rossi sul sito http://www.doppiozero.com/

Il grande pregio del cinema Aki Kaurismäki è sempre stato quello di essere profondamente autentico e sincero. Un cinema che non utilizza artifici né doppiezze, che non asseconda la moda, il gusto dominante e non va in cerca di stile. Un cinema che soprattutto, cosa rara, dice esattamente quello che vuole dire… Sono molte le tipicità del cinema di Kaurismäki che emergono nella pellicola: ma al di là dell’ambientazione, dei personaggi e delle situazioni narrative, ciò che colpisce più di tutto è l’immutata volontà del regista di mandare, una volta in più, un messaggio politico. La ben nota militanza dell’autore, come sempre stemperata dall’incedere morbido del racconto, si estrinseca infatti nella rappresentazione, mai eccessiva eppure estremamente potente, di un mondo che si è arreso all’indifferenza e al quale pare non importi di misurarsi con ciò che lo circonda. Ce l’ha con l’Europa tutta, Kaurismäki. Ce l’ha con un sistema globale che privilegia il denaro e dimentica le persone e con un apparato sovranazionale che utilizza i mezzi della legge per escludere invece che per accogliere. Ma soprattutto ce l’ha con la società contemporanea, una società che crede nei miracoli senza rendersi conto invece, che le tragedie accadono ogni giorno. Già, i miracoli. Nonostante il titolo italiano cerchi di mettere in risalto l’aspetto trascendentale della vicenda, e di creare una del tutto immotivata assonanza con Miracolo a Milano della coppia De Sica – Zavattini, è vero, in realtà, che di miracoli in questo film non ce ne sono. Forse perché, come dice Arletty al proprio medico, i miracoli non accadono nei quartieri come il suo o forse perché la semplice esistenza di un quartiere così è già molto più di un miracolo…
Aki Kaurismäki ha vinto il Gran Premio Torino 2011 al Torino Film Festival