IL MAESTRO EDO MARTELLI
E LA FOTOGRAFIA
Edo Martelli, classe 1921, dosolese di nascita, maestro dal 1951, ha insegnato per 32 anni presso le scuole elementari del comune.
A fianco della lunga carriera professionale, Martelli ha sviluppato e coltivato in maniera continuativa, l’interesse per la musica, la fotografia e la cinematografia amatoriale. Interessi mai perseguiti in modo solipsistico bensì condivisi con amici e allievi, alcuni autentici discepoli nel senso antico e nobile del termine, altri capaci di incanalare la creatività in veri e propri “mestieri”.
Una volta che ci si è accostati alla personalità dell’autore si scopre che per Martelli i codici sperimentati sono diventati uno strumento di conoscenza per luoghi, forme e individui. Attraverso la fotografia il maestro ha documentato esplorazioni condotte sul territorio, tra i banchi di scuola,tra gli amici. Osservando attentamente tutta la produzione audiovisiva si coglie una tensione, oggi piuttosto insolita, nel voler tracciare una sottile e personale linea Maginot in grado di contenere tutto quanto avesse valore: gli affetti, il lavoro proprio e altrui, il paesaggio sempre caratterizzato dal PO e dal lento scorrere delle sue acque. È all’interno di questo ideale perimetro o se vogliamo ‘isola’ che Martelli ha colto i motivi da fissare, anche in modo ricorrente, nelle sue fotografie. Attraverso l’obiettivo fotografico lo sguardo ha continuato a posarsi ovunque, a circoscrivere dettagli talvolta, ma solo in apparenza, poco significativi. Le fotografie se da un lato tradiscono un calo di vigilanza tecnica dall’altro offrono un distinto valore di scelta teso a cogliere ora un atto concreto, ora una figura in tutta la sua plastica verità. Quanto esposto è solo una piccola raccolta di immagini, ma basta ad inibire la discussione sulla mancanza d’immaginazione in quanto essa stessa prodotto di spontaneo slancio d’immaginazione/azione.
La raccolta ci parla di spazi, di individui, di atmosfere che pur noti e cari a ciascuno consente a chiunque un’esperienza consona a fermarsi per pensare un poco: perché sono qui, che cosa sto facendo,che cos’è tutto questo, che cosa è andato storto?
Martelli ha scelto l’azione di fotografare per poter cogliere barlumi di verità che non si possono raccontare né da un pulpito, né da un banco di tribunale e tantomeno da uno schermo elettronico.
Neri Saccani
“Perché abbandonare la sedia che esiste a casa e incamminarsi inconsultamente per raggiungere luoghi polverosi in altre terre?”
(Dogen Zenji)
1 comment
Dorina Giordani says:
giu 29, 2016
Edo Martelli è stato mio maestro nell’anno scolastico 1951/52 a Prelerna di Solignano.